Parliamo di un argomento interessante, un argomento che, quando ho iniziato ad approfondire, ha radicalmente mandato in crisi e ha sconvolto le mie convinzioni, mi ha fatto vedere ed impostare il mio lavoro con un’ottica diversa: quanto ha senso potenziare i muscoli, soprattutto in presenza di patologie muscolo – articolari? E anche non in presenza di disturbi muscolari o articolari, i benefici della tonificazione sono sempre positivi?
Innanzitutto chiariamo che cosa si intende generalmente per “TONIFICARE“: le nostre attese, quando ci iscriviamo in palestra (sia se utilizziamo gli attrezzi, sia se frequentiamo corsi), sono di vederci un po’ più muscolosi, di sentirci più forti e non perdere il controllo di quelle zone che tendono a cedere, vedi l’interno coscia, i glutei, la parte posteriore del braccio (il tricipite), la pancia…
Pur sapendo che lavorando a corpo libero non diventeremo grossi come Tyson, ci aspettiamo che i nostri muscoli acquistino un po’ più di tono, che siano piuttosto un po’ più “gonfi”, e non più flaccidi e cadenti. Per dirla in un modo che rende l’idea “che stiano su“.
A ben guardare, invece, dal punto di vista scientifico il significato di “TONIFICARE” è molto diverso: tonificare vuol dire AUMENTARE LA TENSIONE già presente nel muscolo, a scapito dell’elasticità. Lascio un momento in sospeso questo argomento, lo riprendo tra pochissimo…
Ho sempre pensato che fosse giusto prendersi cura del proprio fisico, non per un motivo puramente estetico – che non è mai l’argomento più convincente quando si fanno scelte in questa direzione (o almeno a mio parere non dovrebbe esserlo!) – , ma per un motivo fondamentale di SALUTE, riassumibile in questi semplici punti:
1) ci sono articolazioni come quella spalla che hanno bisogno di essere “garantite” dai muscoli, per essere meno esposte ai traumi, quali l’uscita dalla propria sede (lussazione); oppure articolazioni, come quella del ginocchio, che vanno incontro ad usura, e per le quali una muscolatura in buono stato garantisce la migliore stabilità e funzionalità quando appunto questa rischia di compromettersi ulteriormente
2) in generale una muscolatura “forte” è in grado di proteggere e sostenere meglio tutto ciò che c’è dentro, a cominciare dalla colonna vertebrale, che non deve andare incontro a quei cedimenti ai quali una eccessiva debolezza la esporrebbe
3) il lavoro fisico sollecita quel meraviglioso meccanismo del metabolismo, rendendolo più veloce, mantenendolo efficiente e sempre in grado di “girare” con la giusta velocità e quindi di consumare più calorie anche a riposo (la spiegazione è sommaria, ma il discorso è abbastanza lungo e complicato); questa inoltre, abbinata alla corretta alimentazione, è la strategia giusta per combattere l’accumulo dei pericolosi grassi.
Queste sono tre buone ragioni per prenderci cura del nostro fisico, del nostro stato di salute, e rimangono valide, ma con una consapevolezza ed un’attenzione in più, imprescindibile: è di fondamentale importanza capire qual è il VALORE DELL’ELASTICITA’.
Perchè abbiamo perso la meravigliosa abitudine di allungarci come facevamo da bambini? Siamo sempre troppo attenti agli “effetti” (il dolore, quando si presenta) e troppo poco attenti alle “cause” che prima o poi determineranno i dolori: lo sappiamo benissimo che non bisogna tirare troppo la corda, ma, un po’ perchè pensiamo sempre di essere invincibili – o che le sfighe tocchino sempre agli altri – e un po’ perchè si può benissimo rimandare a dopo-domani quello che domani si presenterà (visto che oggi non abbiamo tempo), quando il campanello d’allarme suona, noi preferiamo tapparci le orecchie…alzi la mano chi non ha mai fatto così!
Siamo sempre responsabili in prima persona del modo in cui decidiamo di trattare (e trascurare) il nostro corpo, e le scuse di non avere tempo sono appunto SCUSE, alibi creati apposta perchè siamo troppo pigri o perchè è più facile dare la colpa al mondo…
Talvolta la colpa, se proprio vogliamo trovare un colpevole, è di chi ci dice cose di questo tipo: “Ah…lei ha male alla schiena? Faccia tanti addominali, così starà più dritto, tonifichi tonifichi!”
(oppure, altro dialogo probabile) “E dunque quando cammina le fanno male le anche? Si iscriva in palestra e faccia ciclette, mi raccomando, si muova si muova!”
Ecco io non capisco perchè di fronte ai dolori articolari prevale ancora la vecchia abitudine di consigliare il potenziamento dei muscoli, ancora prima di aver verificato le reali condizioni delle articolazioni e dei muscoli che le scavalcano?
E che un’analisi posturale è imprescindibile per capire il meccanismo di CAUSA – EFFETTO?
Perchè nessuno – a parte i posturologi – capisce che i muscoli non vanno tonificati a tutti i costi e bloccati in accorciamento, quanto piuttosto mantenuti elastici, perchè non comprimano le articolazioni che vi stanno sotto??
Facciamo ancora l’esempio del mal di schiena, quel dolore più o meno intenso che spesso ci colpisce nella zona lombare, appena sopra i glutei: il dolore è il spesso dovuto al fatto che quella zona è assoggettata a MUSCOLI TROPPO TESI E TROPPO CORTI che la bloccano, la limitano, la comprimono, danneggiandola (determinando spesso lo schiacciamento dei dischi vertebrali ed esponendoci al rischio di ernie) e creando dolori e infiammazioni.
Lì, insomma, si è accumulata tensione, a causa dello logorio della vita quotidiana, dello stress, dei traumi subiti, della sedentarietà, dello sport mal fatto, di posture scorrette, di un’alimentazione profondamente intossicante…dei più diversi motivi, insomma: se la tensione si protrae nel tempo, quei muscoli si fisseranno in posizione più corta rispetto all’ideale e dunque diventeranno RETRATTI, poichè I MUSCOLI NON HANNO IN SE’ LA CAPACITA’ DI RIDISTENDERSI DA SOLI.
Un muscolo corto non disturba solo l’articolazione da lui coinvolta direttamente, ma, per effetto delle ormai famose CATENE MUSCOLARI che collegano l’intero corpo, disturberà anche altre articolazioni più distanti, causando anche lì disturbi e dolori: il classico “effetto a catena”.
Quindi: se già soffro di mal di schiena, e il consiglio che ricevo è quello di lavorare su quella zona, apparentemente per rinforzarla, ma in realtà contribuendo a renderla ancora più dura, tesa, eccessivamente tonica, non potrò ottenere un reale beneficio dall’attività che andrò a fare ed anzi esaspererò la condizione del mio mal di schiena:
“se ad una struttura corporea così retratta nei muscoli e coattata a livello delle articolazioni facessimo fare esercizi di potenziamento, incrementeremmo immediatamente quelle coattazioni articolari, perchè lavorando nella direzione del RACCORCIAMENTO MUSCOLARE comprimeremmo ulteriormente le articolazioni” (Prof. D.Raggi).
E state sicuri che il mal di schiena non passerà.
Logica vorrebbe invece che prima di far fare ad una persona qualsiasi movimento, si sia osservato se questa persona mostri una postura alterata da retrazioni, e in caso di dolori questa analisi posturale, oltre che imprescindibile, dovrà essere molto più attenta e puntuale, poichè rischiamo di fare più male che bene.
In conclusione: va bene potenziare la struttura muscolare, ma prima il corpo va messo in assetto corretto, e poi vanno allentate le tensioni che lo bloccano e lo irrigidiscono.
E il discorso vale anche quando non ci sono problematiche particolari, proprio per evitare il manifestarsi più avanti nel tempo di quella rigidità muscolare e scarsa mobilità articolare cui la tonificazione, spesso eccessiva, ci espongono.
Ricordate: noi due, Postura e Benessere, andiamo sempre a braccetto